Come diventare Traduttore Giuridico Legale

    Danilo Coviello

    Di cosa si occupa un traduttore giuridico legale?

    Da qualche anno a questa parte il settore delle traduzioni in ambito giuridico è in forte ascesa. Oggi è infatti più frequente emigrare e lavorare in un Paese straniero, di conseguenza la categoria dei traduttori legali è molto ricercata – sia in quanto liberi professionisti che come collaboratori di studi legali – per tradurre tutta la documentazione di volta in volta necessaria. 

    L’Italia, così come altri paesi europei, è interessata da grandi flussi migratori e relazioni internazionali di varia natura. Ecco quindi spiegata questa crescente richiesta di figure professionali che possano tradurre i documenti legali necessari per portare avanti gli iter burocratici in cui il singolo cittadino oppure una società di beni e servizi si trovino coinvolti. Nello specifico, in molti casi si tratta di traduzioni giuridiche di documenti o processi all’interno di un tribunale.

    Vediamo alcuni dati che dimostrano quanto sia in espansione il settore delle traduzioni giuridiche e perché quindi qual è il ruolo del traduttore giuridico e perché non va confuso con il traduttore giurato.

    • Circa il 75% dei traduttori legali ha almeno una laurea magistrale in giurisprudenza o lingue.
    • Il mercato della traduzione legale cresce annualmente del 6,2% in Italia.
    • Solo il 15% dei traduttori legali possiede una certificazione da parte un ente ufficiale.
    • La richiesta di traduttori legali specializzati nelle lingue rare è aumentata del 30% negli ultimi cinque anni.
    • Oltre il 80% dei clienti preferisce lavorare con traduttori esperti in specifici settori giuridici.

    Quali sono i requisiti per diventare un traduttore legale?

    Per diventare traduttore legale bisogna avere innanzi tutto una conoscenza linguistica data da una formazione accademica in lingue.

    Sono poi importanti i corsi di specializzazione in giurisprudenza e traduzione legale. In Italia non esiste un albo ufficiale dei traduttori ma per lavorare in quest’ambito bisogna essere iscritti alla Camera di Commercio o/e alla lista dei ctu (consulenti tecnici d’ufficio) di un tribunale italiano onde poter prestare giuramento sulle traduzioni asseverate.

    A questo punto accenniamo alla differenza tra traduttore legale e traduttore giurato: il primo è un esperto in traduzioni che hanno per oggetto materia legale mentre il traduttore giurato è un professionista abilitato a prestare giuramento sul lavoro di traduzione presso un tribunale, giudice di pace o pubblico ufficiale e dare valore legale ai documenti tradotti.

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    In molti casi queste figure coincidono perché spesso ai documenti legali segue il giuramento. Nel prosieguo dell’articolo spiegheremo meglio questa differenza.

    Cosa bisogna fare per diventare un traduttore legale?

    Come già detto, per diventare traduttore giurato bisogna iscriversi presso il tribunale di riferimento come ctu. L’iscrizione non è automatica ma è una candidatura che viene sottoposta a una commissione del tribunale e subordinata alla presentazione di una serie di documenti tra cui il certificato di casellario giudiziale, il diploma di laurea, le attestazioni sulla formazione, le certificazioni e gli accreditamenti.

    Ricordiamo che il giudice può comunque nominare come suo consulente una persona di sua fiducia non iscritta all’albo motivando tale scelta. Il traduttore giurato deve avere conoscenze nell’ambito del diritto penale e privato e sapere che l’asseverazione è una grande responsabilità.

    Il traduttore giurato può essere un freelance o lavorare con un’agenzia di servizi linguistici. Per chi invece  si iscrive alla camera di commercio è necessario superare un esame.

    Le difficoltà di questa professione

    La professione di traduttore è molto delicata e complessa. Il traduttore legale, oltre a competenze linguistiche inattaccabili, deve aver seguito corsi di diritto, partecipare a corsi di aggiornamento e corsi di formazione. Deve conoscere la procedura relativa a come asseverare una traduzione e sapersi muovere da tribunale a tribunale.

    Non si tratta solo di capacità di tradurre il significato generale del testo in questione, ma di avere una piena padronanza della lingua tecnica giuridica in modo da poter riportare esattamente le corrispondenti diciture legali.

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    Nella traduzione legale è difatti assolutamente vietato prendersi delle libertà nella traduzione, come invece avviene in ambito letterario, dove il testo può essere modificato di modo da veicolare più chiaramente il messaggio. L’ambito giuridico richiede una grande attenzione verso i dettagli e la conoscenza del linguaggio specifico. Nulla è lasciato al caso.

    Per rispondere alla domanda, dunque, la difficoltà principale per chi vuole lavorare nel settore delle traduzioni legali è la precisione millimetrica.

    Quali competenze legali deve avere il traduttore giuridico online?

    Competenze traduttore legale

    Oltre ovviamente alla perfetta conoscenza di una lingua straniera, le competenze fondamentali che un professionista deve avere sono principalmente tre.

    1. La prima riguarda la conoscenza approfondita del linguaggio tecnico e legale degli ambienti forensi e giudiziari in cui si opera, necessaria per poter cogliere le sfumature del linguaggio e riportarle in maniera chiara e fedele nella traduzione.
    2. La seconda riguarda la conoscenza dei rapporti giuridici che si costituiscono nei diversi ambienti, di modo da poter avere sempre ben chiara la situazione corrente.
    3. Per ultima, ma non per questo meno importante, la conoscenza delle fonti del diritto, tra cui anche il funzionamento legislativo e sistema giuridico del paese interessato.

    Aggiungiamo anche l’esperienza come traduttore nel settore legale, meglio se presso agenzie di traduzione dove il lavoro è più continuativo e vario.

    Quale titolo di studio serve per diventare traduttore giuridico?

    Per poter esercitare come traduttore legale è innanzitutto necessario avere la perfetta padronanza di una lingua straniera. Questo è difatti il motivo principale per cui la posizione è solitamente ricoperta da laureati o direttamente da madrelingua. Ma né la laurea né essere madrelingua sono requisiti sufficienti.

    Nello specifico, l’iter più comune per diventare traduttore giuridico comprende, oltre alla perfetta conoscenza di una lingua straniera, anche una laurea in legge, necessaria per acquisire la padronanza del linguaggio legale. In alternativa alla laurea esistono diversi corsi di studio che si possono intraprendere per poter sviluppare le competenze necessarie per svolgere questa professione.

    In certi casi il traduttore può essere anche sprovvisto di titolo di studio specifico ma aver già lavorato in precedenza in un ufficio legale internazionale o in altre posizioni che lo abbiano messo a diretto contatto con il linguaggio giuridico e i meccanismi del diritto. Come dicevamo non esiste iscrizione all’albo di traduttori e interpreti, ma comunque bisogna avere e dimostrare competenze adeguate.

    Dove è possibile lavorare con traduttore legale?

    Chi vuole fare il lavoro di traduttore può decidere di lavorare come freelance oppure di appoggiarsi ad un’agenzia di traduzione.

    I lavori più richiesti attualmente sono le traduzioni di compravendite internazionali, contratti, accordi di vendita, condizioni di trasporto e pratiche di recupero crediti. Molti freelance collaborano difatti con le grandi aziende o con gli studi di avvocati.

    Una via scelta da molti è poi quella di entrare a far parte del team di un’agenzia di traduzioni online, scelta che permette solitamente di mantenere il proprio status di freelance e al tempo stesso di approfittare dei benefici assicurati da una simile situazione lavorativa. L’agenzia infatti si occupa di procacciare clienti e di instaurare un rapporto con essi, permettendo al traduttore di concentrarsi unicamente sull’elaborazione del testo.

    Per svolgere la professione di traduttore giurato può essere una buona scelta collaborare con un grande studio che si occupi anche di mediazione linguistica.

    Quanto guadagna un traduttore legale?

    La carriera di traduttore può essere molto proficua. Chiaramente però ciò dipende da diversi fattori. Innanzi tutto la situazione cambia molto tra traduttori freelance e traduttori presso agenzie. Nel primo caso ha maggiore libertà e gli incassi sono interamente a suo favore, nel secondo caso invece si lavora a percentuale e bisogna sottostare a scadenze specifiche.

    Però collaborando con un’agenzia spesso si lavora di più e certamente non bisogna impegnarsi in prima persona per trovare dei clienti. Le tariffe inoltre possono variare a seconda della zona geografica in cui si esercita e della lingua in cui si è specializzati. Una certa influenza ce l’hanno gli andamenti internazionali: in alcuni periodo si intensificano relazioni internazionali con determinati Paesi e allora verranno più richiesti interpreti e traduttori in quella lingua specifica.

    In quanto all’asseverazione, l’onorario di un traduttore giurato pure non è fisso. Un freelance guadagna di più di un collaboratore di agenzia, ma potrebbe fare maggiore fatica ad avere incarichi. In genere, un traduttore giurato in Italia guadagna in media dai 1000 ai 3000 euro al mese.

    Leggi anche: Quanto costa una traduzione legale?

    Quale è la differenza tra traduzione giuridica e traduzione giurata?

    Come già anticipato, capita spesso che venga fatta confusione tra la figura professionale del traduttore giuridico e quella del traduttore giurato. Per quanto possano effettivamente essere due figure piuttosto simili che in qualche modo operano nel settore della giustizia, è importante capire i confini delle due professioni. 

    Per lavorare come traduttore giurato bisogna essere iscritti alle liste dei ctu dei tribunali. La traduzione giurata prevede essenzialmente due fasi: la traduzione del documento in sé (certificato di nascita, patente, titoli di studio, ecc.) e l’asseverazione, cioè il giuramento presso il proprio tribunale ma non solo, anche giudice di pace, notaio, ecc. Questa procedura conferisce valore legale alla traduzione che può essere così presentata insieme alla copia dell’originale e al verbale di giuramento all’ente che ne fa richiesta. La traduzione giurata è richiesta per documenti ufficiali. In questo caso il traduttore giurato si può definire una sorta di consulente tecnico, in quanto presenta delle traduzioni di documenti che poi dovranno essere approvate e certificate da un giudice.

    La traduzione giuridica si occupa invece delle traduzioni nel contesto legale con uno spettro di azione molto più ampio. Il traduttore giuridico altro non è che una figura professionale altamente specializzata nella traduzione di testi di argomento legale. Non solo documenti quindi, ma anche sentenze, contratti e tutto ciò che richiede una particolare attenzione ai dettagli e la conoscenza profonda del linguaggio giuridico. A differenza del traduttore giurato, il traduttore giuridico non è necessario che sia iscritto ai registri del tribunale, presso la camera di commercio o ad associazioni specifiche. Ma attenzione, poiché capita spesso che alla traduzione di un documento legale debba seguire un’asseverazione, chi ha entrambe le qualifiche ovviamente avrà maggiori possibilità lavorative. 

    Un’ultima precisazione va fatta sulla traduzione certificata: si tratta di una traduzione accompagnata da una dichiarazione in cui l’autore certifica la fedeltà al documento originale, tale dichiarazione reca la firma del traduttore e il suo timbro nonché tutti i suoi recapiti. La certificazione non dà valore legale alla traduzione ma potrebbe fare al caso di enti che la ritengano sufficiente come garanzia. Non è necessario superare un esame specifico per diventare traduttore certificato ma poter dimostrare le proprie competenze. Come si valuta la competenza del traduttore? Sicuramente dal curriculum universitario, formativo e professionale, nonché dagli anni di esperienza e dall’affiliazione alle più importanti associazioni di categoria.

    Riassumendo, in Italia non c’è un albo professionale dei traduttori, in teoria un traduttore può lavorare anche se non è in possesso di una laurea magistrale in lingue, non esiste un esame specifico per ottenere la certificazione come traduttore giurato né giuridico. Non è nemmeno obbligatoria l’iscrizione alla camera di commercio. Ad esempio, un professionista madrelingua con anni di gavetta nel campo dei servizi di traduzione legale all’estero o in Italia, potrebbe diventare consulente tecnico del giudice che ne riconosce affidabilità, competenza ed esperienza come traduttore. Ma questi sono casi molto rari: nei fatti, il miglior modo per lavorare come traduttore in ambito legale e nel campo delle traduzioni giurate è avere un buon curriculum, cioè una formazione accademica in lingue, specializzazioni varie, conoscenza del settore legale e molta esperienza.

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