La traduzione editoriale consiste nella traduzione di testi prodotti in ambito editoriale, come ad esempio romanzi, saggi, libri di poesia, narrativa, articoli, testi per il teatro, ecc. Si tratta di un genere di traduzione in cui la qualità della lingua riveste un ruolo cruciale in quanto ha il non facile ruolo di veicolare il contenuto dell’ autore originale preservando al tempo stesso fedeltà e creatività.
La traduzione editoriale differisce profondamente da quella scientifica, tecnica, giuridica ecc proprio per questa valenza “artistica” molto forte. Oltre a trasporre un contenuto, la traduzione editoriale mira a trasmettere uno o più messaggi emozionali assicurando un’esperienza di lettura fluida e coerente.
In quest’ottica, il traduttore editoriale ha un ruolo di tutto rispetto nel mondo dell’ editoria. La sua opera creativa consente la circolazione di volumi in più lingue e dunque in più Paesi. Si tratta di una professione di grande responsabilità nei confronti del pubblico di lettori. Chi legge, infatti, ha il diritto di potersi fidare ciecamente del fatto che nel processo di adattamento tra testo originale e testo tradotto non ci sia alcun divario semantico ed emotivo.
Chi è un traduttore editoriale?
Il traduttore editoriale è un professionista specializzato in due ambiti profondamente intrecciati tra loro: la linguistica e la scrittura.
Il traduttore editoriale deve innanzi tutto conoscere perfettamente lessico e grammatica delle sue lingue di competenza. In molti casi è un laureato in lingue e letterature straniere, ma non necessariamente. Fernanda Pivano, ad esempio, una delle più grandi traduttrici italiane del secolo scorso, era laureata in lettere e approfondì lo studio dell’inglese in maniera sostanzialmente autonoma.
Parallelamente alla conoscenza della lingua, il traduttore editoriale deve conoscere la letteratura, contesto culturale e sociale del Paese di riferimento. Deve essere un intellettuale a tutti gli effetti ma avere dimestichezza con la realtà antropologica, storica e politica.
Infine, il traduttore editoriale deve conoscere bene il mondo e il mercato editoriale, le sue regole, dinamiche e principi.
Quali sono i corsi per diventare traduttore editoriale?
Diventare un traduttore letterario o editoriale prevede in genere un percorso piuttosto standard che è quello accademico. Ma per diventare professionisti del settore la sola laurea raramente può bastare. Sono necessari infatti altri corsi di specializzazione per affinare le competenze linguistiche e culturali, la capacità di scrittura, e la conoscenza del mondo dell’editoria.
Ecco una traccia del percorso per diventare traduttore editoriale:
- Laurea in Lingue e Letterature straniere, o in Traduzione, o anche in Letterature comparate ecc.: il primo passo canonico è un laurea in lingue straniere. In Italia si tengono insegnamenti accademici su gran parte delle lingue del mondo. Ma, anche con una laurea in lettere si può diventare traduttori seguendo un percorso post laurea improntato sulla conoscenza linguistica.
- Master e corsi specializzati in traduzione editoriale: si tratta di corsi offerti dalle più importanti università italiane che si concentrano non solo sulla traduzione linguistica ma sulle tecniche di transcreazione e trasposizione letteraria e sulle dinamiche dell’editoria.
- Certificazioni riconosciute (es.: ATA, CIOL, DITALS, CILS, ecc. presso università italiane ed estere): le certificazioni hanno il vantaggio di aumentare le opportunità di lavoro all’estero migliorando la credibilità del traduttore.
Concludendo, il percorso per diventare traduttore editoriale può essere impegnativo, ma anche ricco di soddisfazioni e opportunità professionali sia in Italia che all’estero. Maggiori sono le competenze del traduttore e maggiore sarà il suo range di scelta.
Quali competenze servono per diventare traduttore editoriale?
Per diventare un traduttore editoriale è indispensabile un solido background. Vediamo dal punto di vista pratico cosa deve comprendere:
- Padronanza perfetta della lingua di destinazione oltre che ovviamente in quella di arrivo.
- Cultura nella traduzione letteraria e nel mondo della traduzione in genere.
- Profonda conoscenza della cultura di riferimento compresi i più importanti testi letterari, gli scrittori e poeti più significativi, ecc.
- Conoscere l’editoria e le sue regole (diritti d’autore, norme per la pubblicazione, distribuzione, ecc.)
- Competenza nelle tecniche di traduzione creativa e localizzazione cogliendo sfumature di significato e trasponendole efficacemente da una lingua all’altra.
- Capacità di rispettare tono, stile e contesto badando contemporaneamente alla correttezza terminologica, al significato del testo e alle intenzioni emotive dell’autore.
Il traduttore editoriale è forse la figura più ibrida rispetto agli altri traduttori in quanto le sue abilità tecniche nella traduzione devono fondersi con una sensibilità intellettuale di non poco conto. Comprendere le intenzioni dell’autore, le peculiarità del suo stile e l’essenza della sua opera è essa stessa un’opera letteraria. Per tutte queste ragioni sarà chiaro il motivo per cui quella del traduttore editoriale è una di quelle figure che non possono essere sostituite dall’IA.
Quanto guadagna un traduttore editoriale?
In linea di massima un traduttore di agenzia può guadagnare circa 30.000 euro l’anno, mentre un traduttore freelance molto di meno ma anche molto di più.
In merito ai possibili guadagni in questo settore, va innanzi tutto precisato che il lavoro del traduttore editoriale può ricevere compensi molto differenti a seconda di alcune variabili. Ma andiamo con ordine:
Nel mercato italiano, la tariffa media di traduzione per cartella editoriale (1800 caratteri spazi inclusi) si assesta intorno ai 50 euro con punte minime di 20 euro per traduzioni semplici e non troppo specialistiche e punte massime di 100 euro per testi altamente complessi.
Una differenza importante risiede nel lavoro di freelance e in quello di traduttore presso un’agenzia. Ovviamente il freelance incassa la totalità della tariffa specificata in preventivo, mentre il traduttore di agenzia deve condividere il compenso totale con altri professionisti quali l’editor, il correttore di bozze, ecc. D’altro canto, il freelance molto spesso si avvale di collaboratori poiché alcuni lavori lo richiedono necessariamente. Inoltre il freelance prende i contatti direttamente con i clienti, con tutto quel che ne consegue in termini di impegno, mentre il traduttore di agenzia si limita a tradurre testi su commissione ricevendo uno stipendio fisso. I traduttori freelance più esperti e richiesti toccano punte di 100.000 euro l’anno. Come mai tanta differenza? Lo vediamo nel punto successivo.
I fattori che influenzano la retribuzione sono tanti e ciascuno ha il proprio peso specifico:
- innanzi tutto l’esperienza e l’abilità del traduttore. Chiaramente un buon portfolio aumenta le possibilità di guadagno.
- Un’altra variabile importante è il contesto: al Nord i guadagni sono maggiori che al Sud, anche se ormai con lo smartworking alcune differenze si stanno livellando.
- Un altro fattore importante è chiaramente costituito dalla clientela: riviste letterarie, case editrici, ecc. hanno ciascuna un diversa capacità retributiva.
- Un altro elemento decisivo è la lingua di specializzazione. Un traduttore editoriale madrelingua coreano può avere guadagni maggiori rispetto a un inglese poiché ha minore concorrenza. Ma dipende poi molto anche da quanto vivace sia il mercato editoriale nella sua lingua.
In genere la traduzione editoriale rispetto ad altri tipi di traduzione è quella in cui le tariffe oscillano di più. Nello stesso settore esistono ottimi clienti che garantiscono guadagni elevati e clienti più modesti che non possono offrire altrettanto.
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Quali sono gli sbocchi professionali di un traduttore editoriale?
Dopo la laurea e specializzazioni varie, un traduttore, in genere, si mette subito alla ricerca di un’agenzia presso cui fare pratica. Anzi, in molti casi inizia la sua gavetta contemporaneamente al percorso di specializzazione proponendosi come stagista per correggere bozze e fare revisioni. Successivamente, va alla ricerca di un datore di lavoro o di clienti a seconda se preferisca il lavoro dipendente o freelance. Dunque in genere può lavorare presso
- Case editrici, agenzie di traduzione, piattaforme freelance, ecc.
La scelta di lavorare in autonomia o presso un’agenzia è molto importante perché determina grandi differenze. Vediamo le più significative:
- Il lavoro in agenzia è relativamente più tranquillo, sicuro e continuo. Ci sono entrate fisse e clienti già acquisiti. Il lavoro da freelance ha più incertezze di guadagno.
- Il dipendente di agenzia ha orari fissi e minore flessibilità, mentre il freelance ha più libertà negli orari.
- Il lavoro da tradurre presso un’agenzia non si sceglie, mentre il freelance può decidere per chi lavorare e chi no.
- Il lavoro presso agenzia potrebbe essere piuttosto statico, mentre il freelance in genere partecipa a fiere del libro, conferenze, ecc. per aumentare i suoi contatti.
In sintesi, si tratta di due modi diversi di intendere lo stesso lavoro. Ma c’è da aggiungere che alcuni traduttori riescono a integrare il lavoro dipendente e quello autonomo.
Un punto piuttosto dibattuto e complesso è come cercare clienti e collaborazioni. Purtroppo una guida univoca in questo senso non esiste. Molto dipende dalle capacità individuali di relazionarsi, mettersi in gioco e proporsi. Indubbiamente il lavoro freelance obbliga a creare una sorta di rete professionale. In questo lavoro Internet e i social sono alleati preziosi, ma anche gli eventi dal vivo come le fiere editoriali, i festival letterari, le conferenze di autori e le presentazioni di libri.
Conclusioni
Il traduttore editoriale è una figura che riunisce in sé diverse abilità e competenze: conoscenza di lingue straniere e relativa lessicografia, passione per le opere letterarie, capacità di comprendere le sfumature e i riferimenti culturali del testo, abitudine a leggere libri di ogni genere. Ma anche predisposizione a mettersi in gioco, proporsi e creare un network di collaborazioni. Dall’insieme di tutte queste capacità dipende sia la soddisfazione lavorativa che quella remunerativa. Il mercato editoriale ha numerosi aspetti, alcuni in grande evoluzione, che un traduttore dovrebbe esplorare con audacia e curiosità.


